Cancelleria degli Ordini Dinastici della Real Casa di Epiro

La Cancelleria degli Ordini Dinastici della Real Casa d'Epiro, con il presente vuole rendere edotti tutti coloro che volessero presentare domanda di ammissione nell'Ordine Costantiniano di Epiro di contattare gentilmente il seguente indirizzo di posta elettronica : ordinessgeddiepiro@libero.it

Sperando di avere fatto opera gradita, la Cancelleria degli Ordini Dinastici della Real Casa d'Epiro, coglie l'occasione per porgere cavallereschi saluti.



giovedì 24 giugno 2010

110° Anniversario del Regicidio di S.M. il Re Umberto II


Sabato 24 Luglio p.v. a Monza si terrà la tradizionale cerimonia per commemorare il Regicidio del Re buono. L'Istituto nazionale per la Guardia d'Onore alle Reali Tombe del Pantheon in collaborazione con la Delegazione per la Lombardia degli Ordini Dinastici della Real Casa di Savoia ricorderà la figura del Re con una cerimonia che culminerà nella S. Messa celebrata alle ore 11.30 presso la Cappella della Villa Reale. Celebrerà il Sacro Rito Don Simone Rolandi, cappellano della Delegazione INGORTP e Vicepriore della Delegazione lombarda degli Ordini Dinastici. Alla manifestazione, fra gli altri, sono stati invitati il Principe Davide Pozzi Sacchi di Santa Sofia e la Principessa Madre Donna Giuseppina che sono entrambi Guardie d'Onore.

COMUNICATO STAMPA

COMITATO PER LA COMMEMORAZIONE DI PIPINO I RE D’ITALIA NEL 1200° ANNIVERSARIO DELLA MORTE

Milano, 23/06/2010

Oggetto: 1200° anniversario della morte di Pipino I

Si comunica che in data 24/06/2010, per celebrare il 1200° anniversario della morte di Pipino I, Re d’Italia e Re di Lombardia, sepolto nella Basilica di Sant’Ambrogio a Milano, dopo la S. Messa delle 18.30, verrà celebrata una cerimonia in cui i presenti depositeranno dei piccoli ceri nei pressi della lapide sepolcrale.

La cerimonia è un’iniziativa del “Comitato per la commemorazione di Pipino I Re d’Italia nel 1200° anniversario della morte”.

Carlomanno Von Aachen, nato nel 777 e poi battezzato nel 781 col nome di Pipino, era figlio di Carlo Magno e regnò sull’Italia, parte dell’Augusto Impero Carolingio, dal giorno di Pasqua del 781 alla sua morte, avvenuta il 24/06/810; Egli fu poi sepolto il giorno 08/07/810 nella Basilica di Sant’Ambrogio a Milano.

Matteo Cornelius Sullivan

lunedì 21 giugno 2010

Onori al Barone Amedeo Guillet

Mercoledì scorso è asceso al Cielo degli Eroi il Barone Amedeo Guillet, nato a Piacenza nel 1909. Per le sue innate capacità equestri era stato scelto per rappresentare la squadra italiana di equitazione alle Olimpiadi di Berlino del 1936, ma il 3 Ottobre del '35 cominciò la guerra per la Conquista dell' Impero e le truppe italiane varcarono il confine tra Eritrea e Etiopia cogliendo di sorpresa le truppe del negus Haile Selassie. Guillet era a capo di un contingente di 200 libici, in maggioranza beduini chiamati Spahis.

Guillet capì che per conquistare la fiducia degli Spahis doveva imparare la loro lingua: «Mi sembrava strano che un comandante non potesse parlare con i propri soldati» dirà, e per imparare l'arabo si unì ai bambini della scuola coranica: «Ho imparato piano piano, dopo ho studiato per dieci anni l'arabo perché è una lingua meravigliosa, ricchissima di ogni passato anche letterario e filosofico. Oggi lo parlo quasi come l'italiano».

Tra Guillet e i suoi soldati si istaurò un rapporto di correttezza reciproca e quando fu costretto ad affrontare il suo primo combattimento nonostante la febbre malarica, ad aiutarlo e a salvargli la vita fu proprio uno dei suoi Spahis «Pur essendo io il comandante a un certo momento mi urla: "Spara a terra, spara a terra comandante!" C'era un Etiope che mi stava sparando col fucile e io per fortuna mia, poveretto, l'ho fatto fuori. E da lì ho imparato».

In seguito salvatosi miracolosamente da un proiettile rimbalzato sulla sua sella, rimase ferito alla mano, ma tornò vincitore e guadagnò la sua prima medaglia. L'avanzata dell'esercito italiano fu inesorabile e il 5 Maggio del '36 le truppe di Badoglio entrarono trionfalmente ad Addis Abeba, quattro giorni dopo venne proclamato l'Impero.

Non molti anni dopo egli combatterà nel Secondo Conflitto Mondiale in A.O.I. e quando le truppe inglesi costrinsero alla resa le forze italiane in Africa Orientale, nel 1941, l' allora giovane Tenente Guillet, alla testa di un drappello di cavalleria indigena di circa cento uomini continuò a combattere strenuamente il nemico meritandosi dagli indigeni il sopranome di comandate diavolo. Secondo il diritto internazionale di guerra non si può continuare a combattere dopo la firma della resa, eppure Guillet non volle sprecare un'occasione così importante, egli aveva in mente una stragia precisa: sfiancare il nemico. Iniziò quindi la sua guerra privata.

Amedeo Guillet fu costretto a nascondersi, a camuffare la sua identità: smessa l'uniforme militare indossò il turbante e il tipico abbigliamento indigeno e grazie alla conoscenza perfetta della lingua araba divenne per tutti è Ahmed Abdallah al Redai. Ricercato dagli inglesi si dimise dal esercito dopo il referendum monarchia -repubblica per non tradire il giuramento di fedeltà reso al Re e si dedicò alla carriera diplomatica. Con lui si spegne un Eroe di un Italia che non esiste più .

sabato 19 giugno 2010

Sabato della XI settimana del Tempo Ordinario (Anno pari) Vangelo del giorno

Vangelo

Mt 6,24-34
Non preoccupatevi del domani.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli:
«Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza.
Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito?
Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita?
E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede?
Non preoccupatevi dunque dicendo: “Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?”. Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno.
Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta.
Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena».

Parola del Signore



Patrioti, chiniamo i labari e le bandiere per un Nobile Guerriero:

a Milano è morto il Barone Camillo Novellis di Coarazze

Ufficiale del Savoia Cavalleria, Capitano dei Lancieri di Novara (insieme a mio nonno paterno)

Combattente in Africa Settentrionale, Ferito ad El Alamein

Soldato prluridecorato, Medaglia di Bronzo e Medaglia d'Argento al Valor Militare

Militare vecchio stampo, vero Signore, rimasto sempre Fedele alla Patria ed alla Corona.

Autore: Roberto Jonghi Lavarini e Famiglia

venerdì 18 giugno 2010

Avviso

Il messaggio del Pontefice nella giornata della comunicazione:
"la rete va sfruttata, i nuovi media sono utili anche per l'evangelizzazione".


Nel Messaggio per la 44 esima Giornata Mondiale delle Comunicazione Sociali
il Santo Padre ricorda che "compito primario del Sacerdote è quello di
annunciare Cristo, la Parola di Dio fatta carne" e avverte che "per dare risposte
adeguate a queste domande all'interno dei grandi cambiamenti culturali,
particolarmente avvertiti nel mondo giovanile, le vie di comunicazione aperte
dalle conquiste tecnologiche sono ormai uno strumento indispensabile".


L'invito rivolto ai sacerdoti è, dunque, di considerare i nuovi media come
una risorsa preziosa per "far conoscere la vita della Chiesa e aiutare gli
uomini di oggi a scoprire il volto di Cristo", instaurando forme di
comunicazione, collaborazione e comunione prima impensabili.

Come si può rispondere all'invito del Pontefice di allargare il messaggio di
Cristo anche al di fuori dell'ambito parrocchiale pur avendo, magari,
limitate capacità informatiche?

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lunedì 14 giugno 2010

La delegazione SMOM di Pisa ha invitato S.A.R.e S. il Principe Don Davide Pozzi Sacchi di Santa Sofia in occasione della festa di S.Giovanni Battista

I Membri del Consiglio della Delegazione di Pisa
del Sovrano Militare Ordine di Malta
hanno l’onore di invitare la S.V.I.
alla Santa Messa che sarà celebrata
da S.E. Rev. ma Mons. Giovanni Paolo Benotto,
Arcivescovo di Pisa,
in occasione della ricorrenza della
Festa di San Giovanni Battista, Patrono dell’Ordine,
Giovedì 24 Giugno 2010 alle ore 11:00nella Chiesa di San Domenico, Corso Italia 143, Pisa.

martedì 8 giugno 2010

Condoglianze a S.E. il Conte Enzo Modulo Morosini di Sant'Anna e Risicalla



Io sono la risurrezione e la vita: chi crede in me anche se muore vivrà; e chiunque vive e crede in me non morirà in eterno.



La Real Casa di Epiro, il Gran Priorato degli Ordini dinastici, i Nobili ed i cavalieri tutti annunciano la morte del padre di S.E. il Conte Enzo Modulo Morosini di Sant'Anna e Risicalla, collaboratore del Consiglio Araldico italiano, esperto di araldica ed ordini cavallereschi, membro di prestigiose Istituzioni cavalleresche, membro del Partito della Alternativa Monarchica ed amico della Casa di Epiro. R.I.P.

venerdì 4 giugno 2010

ONORE ALLA TZARINA Leonida di tutte le Russie


La Real Casa di Epiro, gli Ordini Cavallereschi della Real Casa inchinano le proprie bandiere per onorare la principessa Leonida Bagration-Mukhrani per matrimonio H.I.H. Granduchessa Leonida Georgiyevna Romanova Tzarina madre morta a Madrid dove risiedeva il 24 maggio 2010.
Ci uniamo al dolore della Tzarina Maria Vladimirovna Romanova Imperatrice di tutte le Russie di suo figlio lo Tsarevich Georgii Mihailovich Romanov e di tutta la famiglia Imperiale.

Era anche l'ultima rappresentante della casa Romanov nata prima della rivoluzione (1917) sul territorio del grande impero russo, a Tiflis, vecchio nome di Tbilisi, capitale della Georgia.

Appartenente alla famiglia reale georgiana dei Bagration-Mukhrani, è figlia del principe Georgi Bagration-Mukhrani e della principessa Elena, nata Zlotnicki (1886-1979) e nacque a Tbilisi, il 23 settembre 1914.
Sposò dapprima Summer Moore Kirby, da cui ebbe la figlia Elena, che ricevette poi il titolo di Contessa Dvinskaya dal patrigno; dopo il divorziò sposò il Granduca Vladimir Kirillovič Romanov, Capo della Famiglia Imperiale di Russia dal 1938 fino alla morte nel 1992.
Dal quale ebbe la figlia H.I.H. Maria Vladimirovna Romanova, che successe al padre nelle pretese dinastiche ed è madre del principe ereditario il Granduca Georgii Mihailovich Romanov tzarevic avutolo sposandosi con H.I.H. Granduca Mikhail Pavlovich (nato H.R.H. Prince Franz-Wilhelm of Prussia).
La Gran duchessa sarà sepolta accanto al marito, il gran duca Vladimir Kirillovic Romanov, nella cattedrale dei santi Pietro e Paolo a San Pietroburgo.
Quest'ultimo era il pronipote dello zar Alessandro II ed era stato il pretendente al trono fino alla sua morte, nel 1992.
I Romanov hanno retto la Russia dal '600 alla Rivoluzione d'Ottobre del 1917.

La vita della gran duchessa Maria è stata avventurosa.
Trascorse la giovinezza a Tblisi, in Georgia, dove dopo il 1920 fu protetta dello scrittore sovietico Maxim Gorky. Molti esponenti della dinastia dei Romanov, tra cui lo zar Nicola II, furono uccisi nel corso della rivoluzione bolscevica.
Nell'ottobre 2008 la Corte suprema russa stabilì che le uccisioni erano state illegali, una decisione che è stata letta come una riabilitazione della dinastia zarista.
Vangelo

Mc 12,35-37
Come mai dicono che il Cristo è figlio di Davide?

+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, insegnando nel tempio, Gesù diceva: «Come mai gli scribi dicono che il Cristo è figlio di Davide? Disse infatti Davide stesso, mosso dallo Spirito Santo:
“Disse il Signore al mio Signore:
Siedi alla mia destra,
finché io ponga i tuoi nemici
sotto i tuoi piedi”.
Davide stesso lo chiama Signore: da dove risulta che è suo figlio?».
E la folla numerosa lo ascoltava volentieri.

Parola del Signore

mercoledì 2 giugno 2010

Mercoledì della IX settimana del Tempo Ordinario (Anno pari), Vangelo del giorno

Vangelo

Mc 12,18-27
Non è Dio dei morti, ma dei viventi!

+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, vennero da Gesù alcuni sadducei – i quali dicono che non c’è risurrezione – e lo interrogavano dicendo: «Maestro, Mosè ci ha lasciato scritto che, se muore il fratello di qualcuno e lascia la moglie senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello. C’erano sette fratelli: il primo prese moglie, morì e non lasciò discendenza. Allora la prese il secondo e morì senza lasciare discendenza; e il terzo egualmente, e nessuno dei sette lasciò discendenza. Alla fine, dopo tutti, morì anche la donna. Alla risurrezione, quando risorgeranno, di quale di loro sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie».
Rispose loro Gesù: «Non è forse per questo che siete in errore, perché non conoscete le Scritture né la potenza di Dio? Quando risorgeranno dai morti, infatti, non prenderanno né moglie né marito, ma saranno come angeli nei cieli. Riguardo al fatto che i morti risorgono, non avete letto nel libro di Mosè, nel racconto del roveto, come Dio gli parlò dicendo: “Io sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe”? Non è Dio dei morti, ma dei viventi! Voi siete in grave errore».

Parola del Signore


martedì 1 giugno 2010

Martedì 1 giugno, Vangelo del giorno

Vangelo
Mc 12,13-17
Quello che è di Cesare rendetelo a Cesare, e quello che è di Dio, a Dio.

+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, mandarono da Gesù alcuni farisei ed erodiani, per coglierlo in fallo nel discorso. Vennero e gli dissero: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno, ma insegni la via di Dio secondo verità. È lecito o no pagare il tributo a Cesare? Lo dobbiamo dare, o no?». Ma egli, conoscendo la loro ipocrisia, disse loro: «Perché volete mettermi alla prova? Portatemi un denaro: voglio vederlo». Ed essi glielo portarono. Allora disse loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare». Gesù disse loro: «Quello che è di Cesare rendetelo a Cesare, e quello che è di Dio, a Dio». E rimasero ammirati di lui.

Parola del Signore