Cancelleria degli Ordini Dinastici della Real Casa di Epiro

La Cancelleria degli Ordini Dinastici della Real Casa d'Epiro, con il presente vuole rendere edotti tutti coloro che volessero presentare domanda di ammissione nell'Ordine Costantiniano di Epiro di contattare gentilmente il seguente indirizzo di posta elettronica : ordinessgeddiepiro@libero.it

Sperando di avere fatto opera gradita, la Cancelleria degli Ordini Dinastici della Real Casa d'Epiro, coglie l'occasione per porgere cavallereschi saluti.



venerdì 27 novembre 2009

Marsiglia 9 ottobre 1934: l’assassinio di Re Alessandro I di Jugoslavia

Sono trascorsi 75 anni dal 9 ottobre 1934, quando un attentato organizzato a Marsiglia da estremisti croati è costato la vita al Re Alessandro I di Jugoslavia ed a Louis Barthou, l’allora Ministro degli Esteri francese. Il 9 ottobre 1934 il Re Alessandro I di Jugoslavia iniziò in una Marsiglia parata a festa la sua visita ufficiale in Francia. Fu accolto dal Ministro francese degli Affari Esteri, Louis Barthou. I due uomini politici salirono su una carrozza scoperta ed il corteo si mise in moto per raggiungere la Canebière. La vettura aveva percorso solo alcune centinaia di metri, quando un uomo si fece largo tra la folla, salì sul marciapiede e sparò in direzione del Re Alessandro. Quando la polizia reagì ed abbatté l’assassino, era ormai troppo tardi: il Re era già morto. Louis Barthou, colpito da un proiettile, morì due ore dopo. Lo choc provocato da quell’attentato in Francia e nell’intera Europa fu enorme. A quell’epoca, l’Europa era divisa dalle conseguenze del Trattato di Versailles e colpita dalla crisi economica e dall’avvento del nazismo in Germania; era quindi molto forte il timore che quel gesto folle avrebbe potuto provocare una crisi internazionale più grave. Forse ci si trovava in una situazione simile a quella del 1914 quando l’attentato di Sarajevo aveva provocato lo scoppio della Prima Guerra Mondiale. Benché si sia evitato il ricorso alle armi, tuttavia l’attentato di Marsiglia ebbe gravi ripercussioni sullo scenario europeo, provocando un deterioramento nelle relazioni franco-Jugoslave ed indebolendo la posizione della Francia nell’Europa dell’Est. I timori si rafforzarono quando si scoprì che dietro l’attentato c’era il raggruppamento terrorista croato, ancora largamente sconosciuto dall’opinione pubblica: si trattava degli ustascia, raggruppamento sorto nel 1929 che agiva per separare la Croazia dal Regno di Jugoslavia. Il movimento degli ustascia era allora radicato in diversi paesi europei e beneficiava del sostegno di molte autorità locali. È il caso dell’Italia di Mussolini e dell’Ungheria, due Stati che avevano dei contenziosi aperti con la Jugoslavia a seguito del Trattato del Trianon. L’Italia ospitava il quartier generale degli Ustascia guidati dal loro capo Ante Pavelic e sosteneva finanziariamente e logisticamente le sue attività. A Belgrado si era addirittura convinti che Mussolini avesse comandato l’attentato di Marsiglia, benché a tutt’oggi non esista alcuna prova in tal senso ed è più verosimile ritenere che l’attentato sia stato organizzato dagli ustascia per conto proprio. Dopo l’attentato di Marsiglia, il regime Jugoslavo manifestò comunque la propria volontà di farla finita non solo con il movimento ustascia ma anche con le rivendicazioni italiane ed ungheresi. D’altra parte di fronte all’aumento della tensione internazionale si diffuse anche il desiderio di non mettere ulteriore olio sul fuoco. I governi francese ed inglese per salvaguardare la pace e per proteggere i loro interessi personali si attivarono. Non si voleva mettere in difficoltà il governo italiano che la Francia voleva avere come proprio partner contro Hitler. Sostenuto da Londra, il governo di Parigi fece pressione sul suo alleato di Belgrado che accettò pur di malavoglia di non mettere pubblicamente in causa l’Italia nell’attentato. La questione venne discussa davanti alla Società delle Nazioni, dopo una messa in stato d’accusa, da parte del governo di Belgrado, della sola Ungheria. Dopo molte peripezie, Francia ed Inghilterra riuscirono ad imporre un compromesso che dava una parvenza di soddisfazione alla Jugoslavia evitando tuttavia l’umiliazione dell’Ungheria. L’attentato di Marsiglia costituì tuttavia un momento decisivo per il deterioramento dell’alleanza franco-jugoslava stipulata all’indomani della Prima Guerra Mondiale. Tra i due paesi le relazioni si erano già deteriorate prima dell’attentato: la Francia vedeva la propria principale minaccia nella Germania Nazista, mentre la Jugoslavia si preoccupava delle mire egemoniche dell’Italia nell’Adriatico e temeva più un eventuale ritorno degli Asburgo in Austria che l’Anschluss da parte della Germania di quest’ultima. Inoltre il governo di Re Alessandro I era insoddisfatto degli investimenti economici della Francia in Jugoslavia e cominciava a guardare alla Germania in quel campo. Di contro in Francia la dittatura personale di Re Alessandro I in Jugosalvia, instaurata nel 1929, e la repressione anti-croata davano parecchio fastidio. La visita ufficiale di Re Alessandro I del 1934 doveva porre rimedio a questi problemi e convincere Re Alessandro ad un necessario avvicinamento con l’Italia, che Barthou riteneva premessa indispensabile per avviare la strada ad un riavvicinamento tra Francia ed Italia. Dopo l’attentato e la conclusione del contenzioso a Ginevra nel dicembre 1934, Laval, il successore di Barthou, riprese immediatamente le trattative di riavvicinamento con l’Italia, che si conclusero nel gennaio dell’anno successivo, ma che non furono apprezzate da Belgrado. Sul lato opposto, l’attentato di Marsiglia permise il progressivo avvicinamento tra la Jugoslavia e la Germania e rafforzò in Jugoslavia e nell’Europa di Sud-est l’opinione che le democrazie dell’Ovest non erano preparate a proteggere i loro piccoli alleati e che era meglio avvicinarsi alle forze fasciste che stavano aumentando la loro potenza in Europa. Secondo un rapporto del Ministero degli Interni francese, rimasto a lungo segreto, ci furono grandi difetti nelle misure di sicurezza messe in atto dalla Francia durante la visita di Re Alessandro I, inoltre esso rivela che la vita del Ministro Louis Barthou avrebbe potuto essere salvata perché il proiettile aveva colpito solo il braccio, ma nella confusione generale che seguì l’attentato, nessuno si occupò di lui e quando venne curato all’ospedale, due ore dopo, aveva già perso molto sangue. Negli anni ’70 uno storico belga rivelò che il rapporto dell’autopsia indicava che il proiettile che aveva ferito Barthou non proveniva dalla Mauser dell’assassino, ma da un revolver utilizzato dalla polizia francese; si tratta di una verità oggi difficile da confessare. Tutti gli anni in Francia il 9 ottobre ha luogo una commemorazione al monumento eretto nel 1936 in piazza de la Muwette a Parigi in memoria del Re Alessandro I. A partire dagli anni ’90, dopo il ritorno della famiglia reale dei Karageorgevich e del pretendente al trono Alessandro, nipote di Alessandro I, in Serbia, anche a Belgrado la morte del re è commemorata ogni 9 ottobre. Il ricordo del 9 ottobre 1934 vede la mobilitazione di altri nazionalisti che non commemorano la vittima di quella tragica giornata, bensì il suo assassino: Vlado Cernozemski, non si tratta però di un croato, ma di un individuo nato in una piccola città della Bulgaria ed appartenente alla VMRO, la potente organizzazione con base in Bulgaria che lottava per la separazione della Macedonia dalla Jugoslavia. Nel quadro di una cooperazione tra la VMRO e gli ustascia, egli fu messo a disposizione di questi ultimi che avevano bisogno di un killer professionista per commettere l’assassinio del Re Alessandro I. Dopo la caduta del comunismo in Bulgaria, la VMRO, risorta come organizzazione politica nazionalista, ha recuperato l’immagine di Vlado Cernozemski quale uno dei suoi eroi storici e lo commemora ogni 9 ottobre in una chiesa di Sofia. Il 9 ottobre 2009, il settantacinquesimo anniversario della morte di Re Alessandro I di Jugosalvia è stato ricordato con un servizio funebre in Serbia ad Oplenac, nella Chiesa di San Giorgio, il pantheon della famiglia reale serba dei Karageorgevich. La liturgia è stata celebrata da Sua Grazia l’Arcivescovo di Sumadija Jovan e dal clero della Diocesi di Sumadija alla presenza di Sua Altezza Reale il Principe Alessandro II di Jugoslavia, nipote della vittima, e dei Principi della Famiglia Reale jugoslava, che hanno deposto una corona d’alloro sulla tomba di Re Alessandro I nel mausoleo della Chiesa di San Giorgio di Oplenac. Erano presenti esponenti del Corpo Diplomatico, il Ministro della Difesa serbo ed il Presidente serbo Boris Tadic. Lo stesso giorno il Principe Alessandro II Karageorgevich ha partecipato alla commemorazione del Suo augusto avo a Marsiglia, organizzata dal Governo Francese. In occasione del settantacinquesimo anniversario dell’assassinio di Re Alessandro I di Jugoslavia e del Ministro degli Esteri francese Louis Barthou c’è stata un’esposizione documentaria sull’attentato, inaugurata dall’Ambasciatore di Serbia in Francia Dusan T. Batakovic martedì 13 ottobre a Parigi al Centro Culturale di Serbia, dal titolo significativo: “ Les Martyrs de Marseille 1934”.
Articolo di Carlo Bindolini

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