Cancelleria degli Ordini Dinastici della Real Casa di Epiro

La Cancelleria degli Ordini Dinastici della Real Casa d'Epiro, con il presente vuole rendere edotti tutti coloro che volessero presentare domanda di ammissione nell'Ordine Costantiniano di Epiro di contattare gentilmente il seguente indirizzo di posta elettronica : ordinessgeddiepiro@libero.it

Sperando di avere fatto opera gradita, la Cancelleria degli Ordini Dinastici della Real Casa d'Epiro, coglie l'occasione per porgere cavallereschi saluti.



sabato 8 gennaio 2011

STORIA: IL PRINCIPATO DEL PINDO (1941-1947)




Questa cartina, risalente alla fine degli anni ’30, mostra la dislocazione dei nuclei etnici di origine rumena nell’area epirota-macedone-albanese. La più grande delle “macchie” a righe oblique – ad est di Giannina – corrisponde grosso modo al territorio del futuro Principato del Pindo. Si noti – poco più a nord, in territorio albanese – la piccola regione di Korça (o Koritza), dal 1916 al 1918 sede della cosiddetta “Repubblica di Korcia”.


Il Pindo è una vasta regione montagnosa posta a cavallo tra la Bassa Albania e l’Epiro, da una parte, e la Macedonia Egea e la Tessaglia settentrionale dall’altra; è abitato prevalentemente da un’etnia di origine rumena, gli aromeni o cuzo-valacchi, che hanno peraltro presenze affini ancorché più sporadiche in altre regioni balcaniche (ricordiamo i morlacchi della Dalmazia e gli istrorumeni del Quarnaro).
Nel 1941 gli italiani – che occupavano la Grecia – pensavano di cavalcare l’autonomismo aromeno creando un’entità territoriale dotata di un certo grado di autonomia. Veniva così costituito il Principato del Pindo, di cui era designato sovrano il nobile valacco Alkiviadis Diamandi di Samarina, noto per essere stato – nel 1918 – uno dei promotori della cosiddetta Repubblica di Koritza (regione della Bassa Albania popolata da albanesi-ortodossi, greci ed aromeni), nonché – in epoca più recente – capo dell’organizzazione fascista Legione Romana.
Non si creda, tuttavia, che la creazione del Principato rispondesse ad un’esigenza solamente utilitaristica da parte italiana. La diplomazia di Roma – o almeno una parte di essa – ”vedeva” uno Stato epirota-corfiota fra l’Albania e la Grecia, e molto probabilmente “vedeva” pure uno Stato valacco tra l’Epiro e la Macedonia Egea, uno Stato che forse avrebbe potuto estendersi a nord (fino a Koritza) a separare anche la Basa Albania dalla regione egeo-macedone.
Il Principato del Pindo aveva una regolare vita politica e amministrativa, ed intratteneva rapporti – oltre che con l’Italia – con la Romania, madrepatria degli aromeni, e con la Bulgaria. Al suo confine orientale si trovava – come già detto – la Macedonia: precisamente, si trattava della Macedonia Egea (ormai greca o grecizzata), peraltro oggetto delle mire annessioniste dei bulgari e dei bulgaro-macedoni della VMRO; e, ancora più nel dettaglio, di quella parte di Macedonia Egea che era abitata dalle stesse genti aromene che popolavano il Pindo. Nel 1942 una imprecisata fazione dell’Organizzazione Rivoluzionaria Interna Macedone (si trattava certamente della branca rappresentativa della componente valacco-macedone) offriva la corona di uno spicchio di Macedonia, la valle di Moglena, al principe Alkiviadis, che l’accettava. Da quel momento lo Stato valacco assumeva la denominazione di Principato del Pindo e di Moglena o – più pomposamente – di Principato del Pindo e Voivodato (ovvero Ducato) di Macedonia. (1)
Poco dopo questo evento (siamo approssimativamente alla fine del 1942), Alcibiade I cedeva il trono al suo braccio-destro Nikolas Matoussi (Nicola I), che lo manteneva fino alla caduta del fascismo in Italia.
Il Principato sopravviveva, comunque, alla fine del regime italiano. Era designato un nuovo sovrano (il nobile magiaro-valacco Gyula Cseszneky de Milvànyi), che regnava per pochi giorni, fino all’8 settembre. Poi abdicava in favore del fratello Michail, che però non accettava.
Venivano infine gli ultimi sussulti della seconda guerra mondiale ed i primi della guerra civile greca. Il Pindo seguiva le sorti dell’Epiro, e veniva poi definitivamente riannesso alla Grecia (probabilmente nel 1947). I suoi abitanti dovranno pagare un prezzo per il sostegno dato alla causa italiana. (2)

(1) Principality of Pindus and Voivodship of Macedonia. www.wikipedia.org [2007]
(2) Fiorenzo TOSO: Lingue d’Europa. La pluralità linguistica dei paesi europei fra passato e presente. Baldini Castoldi Dalai editore, Milano, 2006.

Autore:Dott.Michele Rallo

Tratto da:www.europaorientale.net

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